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Mappe per orientarsi al meglio nella vita

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Come capiamo cosa è giusto o sbagliato fare? Usiamo delle particolari mappe per orientarci. Le consultiamo e loro ci guidano nelle decisioni della vita, dalle meno importanti a quelle determinanti.

“Prima di percorrere la mia strada io ero la mia strada.”

Antonio Porchia

Mappe per orientarsi

Prova su di te.

Ci sono territori che ti sono familiari e la tua “mappa” è esauriente. Scegliere è facile, lo fai istintivamente.

Ce ne sono altri che ti sono sconosciuti e, in quei casi, la tua “mappa” risulta insufficiente: puoi chiedere a chi è del posto (un consulente, un esperto, chi ci è già passato) oppure puoi andare per “tentativo ed errore“, o esplorare solo per curiosità. Di certo, questa esperienza darà un contributo alla tua “mappa” originaria, arricchendola. Una sorta di “aggiornamento”.

Come hai costruito le tue “mappe”?

Hai cominciato fin dalla nascita, modellando ciò che facevano i tuoi genitori, andando a scuola, frequentando gli altri… Hai continuato nel resto della tua vita facendo esperienze, interpretando ciò che vedi, senti, percepisci.

La tua mappa per orientarti nella vita è fatta di pensieri (convinzioni, opinioni, valori, nozioni, bias cognitivi…)

Che cosa ti dice se fidarti o no di una persona? Che cosa ti fa decidere di “fare” o “non fare”? Come dai priorità ad un investimento piuttosto che ad un altro?

Esatto! La tua mappa del mondo! E come diceva Milton Erickson,

La mappa del mondo di ogni persona è unica come la sua impronta digitale. Non esistono due persone simili… Non esistono due persone che capiscono la stessa sentenza nello stesso modo.

E qui arriva il bello! Le mappe possono essere molto utili perché ci danno delle indicazioni importanti, ci risparmiano tempo e dolori. Altre volte possono essere dannose, perché ci limitano.

Alfred Korzybski diceva che:

La mappa non è il territorio.

Una mappa è una rappresentazione del territorio, non è il territorio. Ciò che ti sembra “reale” è già stato filtrato dalle tue convinzioni, dai tuoi valori, dalla tua cultura.

Quand’è che una mappa “non è funzionale”?

Essenzialmente in questi casi:

  • quando la scambi per il territorio (ti aspetti che ciò che per te è vero/giusto/sbagliato/… Lo sia anche per qualcun altro).
  • quando è inadeguata al territorio (in pratica, usi la mappa di Londra per girare a New York. Tradotto, per esempio, ti comporti con una persona nel modo che ha funzionato con un’altra)
  • quando ha delle buche (è incompleta o cancellata)
  • quando è macchiata, bruciata, logorata, strappata (paure, convinzioni depotenzianti, bias cognitivi…)

In questi casi, quando “non è funzionale“, si deve fare in modo di recuperare le informazioni per permettere una consultazione facile e veloce (non sempre nella vita si ha tanto tempo per decidere! Meglio avere sempre una mappa efficace a disposizione!)

Più la tua mappa è ricca e flessibile (tante nozioni, tanti dettagli, …) più facilmente ti orienti nelle scelte della vita, minori probabilità hai di incorrere in errori o delusioni.

Ora, puoi anche non credere a tutto quello che ho scritto. E allora mi permetto di suggerirti di leggere questo articolo: “Andy Holzer, l’alpinista cieco che scala le montagne più alte del mondo“. Può essere preso come modello positivo per la sua mappa (convinzioni, valori, cultura) che gli permette di orientarsi anche dove sembrerebbe impossibile.

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