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Licenziarmi dal posto fisso è considerata un’idea folle

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«Tutto è legato a 2 grossi clienti, se vanno in porto, riesco a sganciarmi. Ma tutti mi danno del folle a licenziarmi dal posto fisso

Sei carico di entusiasmo, hai la sensazione di poter realizzare proprio quel progetto a cui stai pensando da molto tempo, hai trovato finalmente il coraggio e sbang! Qualcuno ti riporta a terra bruscamente. Che seccatura, eh?

Forse hanno un po’ ragione. Perché?

Dicono che sono folle a licenziarmi dal posto fisso

Come ripeto sempre fino allo sfinimento, le critiche hanno una loro utilità anche quando sono espresse in malo modo, anche quando non vuoi vedere il messaggio importante nascosto dietro le cattive maniere, anche quando provengono da qualcuno che ti sta antipatico o non stimi, anche quando sembrano banalità.

Vediamo perché.

Salvo rare eccezioni, quando le persone immaginano un traguardo da raggiungere pensano da “sognatori” e poco da “realisti”:

  • emozione a mille,
  • motivazione a palla,
  • convinzioni da super eroe
  • risorse illimitate (e se non ci sono pensano che in qualche modo le troveranno)

Non è un male avere attorno qualcuno che aiuti a vedere i limiti che non si vogliono vedere e le difficoltà future che, sull’onda dell’entusiasmo del momento presente, non si vogliono prendere in considerazione.

“Dicono che sono un folle a licenziarmi dal posto fisso” espresso in maniera costruttiva:

«Tutelati comunque. Non è la prima volta che i “grossi” sono meno grossi di quel che sembrano. Fra “sei un folle a lasciare un posto di lavoro a tempo indeterminato” e “sono clienti grossi fidati” c’è di mezzo “se mi tutelo posso fare ciò che voglio”»

Io ti faccio ragionare sugli aspetti che non hai tenuto in considerazione nel tuo momento di grandi emozioni positive; non passa la motivazione, non cambi stato d’animo, semplicemente ti metti a lavorare sui limiti emersi per evitare di prendere brutte batoste.

Gli altri che “dicono” si comportano da “critico killer”. Lo fanno in un modo che ti mette di cattivo umore, ti fa solo chiudere il discorso, ti spinge a ignorare dei segnali che dovresti tenere in considerazione.

Però, se non ascolti chi ti dice “sei un folle”, sbagli anche tu.

Sbagli perché non riesci a superare quel momento di incazzatura che ti è venuto appena ha aperto bocca (dunque, devi ancora imparare a gestire il tuo stato d’animo); e ti stai pure impuntando sul “licenziarmi dal posto fisso” facendoti accecare dall’orgoglio, sbagli perché dovresti cercare di capire davvero le sue intenzioni e cioè mettere in luce i limiti del tuo progetto.

“Ovunque voi siate, qualunque cosa stiate facendo, il vostro peggior nemico è dentro di voi: è il vostro ego. «Non io», vi dite, «Nessuno mi taccerebbe di egomania». Forse vi siete sempre considerati persone piuttosto equilibrate. Ma quando ci sono ambizione, talento, pulsioni e potenziale in gioco, l’ego è parte di voi. Proprio ciò che ci rende così promettenti come pensatori, creativi e imprenditori, ciò che ci spinge ai vertici di questi campi, ci rende altresì vulnerabili in questo lato oscuro della psiche.”

[TRATTO DAL LIBRO “EGO È IL NEMICO. COME DOMINARE IL NOSTRO PIÙ GRANDE AVVERSARIO” DI RYAN HOLIDAY]

Insomma, fra il dire e il fare, forse non c’è di mezzo il mare ma il saper ragionare allargando i punti di vista.

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