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Testimonianza di un percorso di coaching concluso con successo

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Ciao Paola, in questi giorni ho buttato giù qualche riga da condividere coi tuoi lettori, se ti fa piacere ovviamente. È un riassunto di un percorso molto più ampio ma è stato bello cercare di condensare la mia esperienza in poche righe, è un esercizio di analisi involontario ma anche un metro di autoconsapevolezza. Spero che, attraverso la mia testimonianza, qualcun altro potrà giovarne.

La testimonianza di un coachee uomo per il percorso di coaching concluso
Photo by ridofranz/DepositPhotos

Quasi cinque anni fa uscivo dal lavoro, mi mettevo in macchina e scoppiavo a piangere mentre guidavo verso casa. Ero giunto al culmine della mia insoddisfazione lavorativa e personale. Dopo una serie di fallimenti, a partire dall’università e passando per brevi impieghi d’ufficio nei quali avevo avuto scarsi risultati, finivo per lavorare in fabbrica, dove avrei sì imparato a impegnarmi e a lavorare con diligenza, ma dove i miei sforzi non venivano riconosciuti o venivano dati per scontati.

Mi sentivo surclassato da persone che a stento parlavano un italiano corretto, considerato meno di leccapiedi accondiscendenti e incapaci, il tutto inserito in un contesto che non mi dava modo di crescere e migliorare. Purtroppo so di descrivere una condizione che molti riconoscono, e posso dire che no, mal comune non fa mezzo gaudio.

Avevo bisogno di ritrovare stabilità, un mio centro dal quale partire per ricostruire la mia identità. Ovviamente tutto questo non lo sapevo, ma sentivo di avere bisogno di aiuto. Qualche mese di terapia da una psicologa è stato il primo passo, una base fondamentale. Ho capito molto su di me, sulla la natura delle mie insicurezze e delle mie frustrazioni: finalmente potevo cominciare a perdonare gli errori che avevo commesso, a riconoscere senza rancore i torti che avevo subito – anche da persone che amo e che mi amano – e soprattutto potevo guardarmi con occhi diversi: c’era tanto potenziale inespresso che aspettava di essere incanalato in modo produttivo.

Anche su consiglio della psicologa, ho cercato un personal coach e infine mi sono rivolto a Paola, chiedendole se potesse aiutarmi a trovare un ambiente lavorativo migliore. Ammetto di essere stato scettico in passato verso questa figura professionale: davvero tutte quelle “menate” sul self-help all’americana davano i loro frutti? Come potevano delle frasi motivazionali e degli “schemetti” cambiare la vita di una persona? Ovviamente ignoravo una gran parte del lavoro e del ragionamento che stava alle spalle di slogan e schemi, guardavo la punta dell’iceberg e non capivo che non sarebbero state le frasi in sé a cambiarmi, ma il processo, il percorso personale che mi avrebbe portato a comprenderne il significato. Ironicamente, ecco una frase che riassume bene quanto ho appena detto: conta il viaggio, non la destinazione.

Il mio viaggio è stato fatto di fiducia, in me stesso e in Paola, nel suo metodo maieutico fatto di domande alle quali dovevo rispondere, obiettivi che avrei dovuto prefissare per trovare poi un modo di completarli. Sviluppare il mio modo di ragionare: ecco la strada per il successo.

Ci sono stati periodi di grande entusiasmo, ma anche di noia e sconforto, e in tutto questo tempo ho sempre avuto l’appoggio della mia coach. Semplicemente, sapevo che lei sarebbe stata pronta ad ascoltarmi e supportarmi qualora ce ne fosse stato bisogno e questo è stato un grande conforto per me. Anche grazie a ciò sono riuscito a trovare dentro di me quelle risorse di cui non sospettavo l’esistenza e, poco a poco, ho cominciato a camminare con le mie gambe, a correre perfino!

La persona nuova che cercavo non l’ho trovata nello specchio. L’ho riconosciuta negli sguardi delle persone, l’ho sentita nelle loro parole di apprezzamento, e percepita nei loro attestati di stima. L’ho vista affrontare le sfide che appena due anni fa avrei approcciato con timore e pessimismo, e gliel’ho visto fare con orgoglio, sicurezza e tenacia.

La persona che sento di essere diventato non aspetta con rassegnazione che si presenti il prossimo ostacolo ma guarda al futuro in cerca della prossima sfida.

Ma no, non sono diventato un superuomo. L’anno nuovo comincerà per me con un nuovo contratto di lavoro, un nuovo ambiente e una sfida: dimostrare di essere in grado di fare ciò che ho promesso di poter fare.

In futuro non mi aspetto sempre vittorie, ma ho imparato come favorirle e come apprendere dai miei errori, sicché fallire non mi spaventa più e tutto il peso che un tempo gravava sulle mie spalle si è dissolto.

È così che comincia il viaggio verso la prossima tappa: ci si libera della zavorra per meglio prendere la rincorsa.


Questa testimonianza è stata scritta da Paolo Cestarollo, periodo di coaching luglio 2020-dicembre 2021, 6 sessioni, bei momenti di confronto ancora attivi.

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