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Il diario dei progressi per vederti migliorare

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Ha iniziato a tenere un diario dei progressi in cui segnarsi tutti i progressi che fa, ogni giorno?

Diario dei progressi

No, altrimenti non le sentirei dire:

“Faccio un passo avanti e tre indietro e mi sento a pezzi…”

Rimango basita perché di progressi ne ha fatti una marea… Eppure, se lo pensa, un motivo c’è…

“Che cosa te lo fa pensare?”

E via: l’elenco di tutto quello che non è ancora riuscita a fare.

Il diario dei progressi è uno strumento fondamentale per aggiustare la tua percezione.

Ci sono percorsi di cambiamento che sono indubbiamente lunghi e stancanti. Può passare molto tempo prima di vedere l’obiettivo raggiunto. Certo, lo si può suddividere in sottobiettivi più piccoli. Razionalmente funziona.

Ma diamine, emotivamente è tutt’altra cosa! Il tuo cervello non è affatto gentile quando ti fa vedere quanta strada devi ancora fare e quanto sono ancora insufficienti i risultati! Difficile contestarlo!

“A me sembra che stai guardando solo alle negatività. Hai fatto un sacco di passi avanti. Stavo pensando… Se ti facessi tenere un diario quotidiano dei progressi che stai facendo…? Così la prossima volta che avrai pensieri negativi andrai a prenderlo e vedrai quanti ne hai segnati nel frattempo, giorno dopo giorno… E così ne aggiungerai un altro… Perché rivederli ti metterà di buon umore e proverai soddisfazione per te…”

E così…

[14/04] “Ho segnato 2 progressi ieri…”

[15/04] “Ho segnato ben 4 progressi oggi!”

[16/04] “E vai! Un altro! Adesso lo segno!”

[17/04] “Segno anche questo progresso, eh?!”

[…]

E la lista si allunga, giorno dopo giorno.

Piccoli passi che hanno accelerato il processo di cambiamento. Come fai ora a dire che “fai un passo avanti e tre indietro?”. I progressi sono lì a guardarti e a dirti:

“Ehi! Conta quanti siamo! Ci hai scritto tu! “

Non solo… Si diventa golosi di fierezza di sé… E allora ti muovi più velocemente, ti metti in gioco, ti sfidi

E oggi,

[26/04] “Credo sia stata una delle cose più difficili della mia vita … Coach, non so se ho conquistato l’Everest o il K2…”

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