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Ben venga l’ambizione al miglioramento caro Jonathan!

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L’ambizione al miglioramento è spesso vista in modo negativo dalle persone che abbiamo intorno.

“[…] La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.

Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli. E anche i suoi genitori erano afflitti a vederlo così: che passava giornate intere tutto solo, dietro i suoi esperimenti, quei suoi voli planati a bassa quota, provando e riprovando.

[…] «Ma perché, Jon, perché?» gli domandò sua madre. «Perché non devi essere un gabbiano come gli altri Jon? Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il volo radente? Agli albatri? E perché non mangi niente? Figlio mio sei ridotto penne e ossa!»

«Non m’importa se sono penne e ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e che cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.»

[…] Il suo maggiore dolore non era la solitudine, era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere.”

Tratto da “Il gabbiano Jonathan Livingston“, Richard Bach
Ambizione al miglioramento

Quanti potenziali Jonathan ci sono con l’ambizione al miglioramento!

Li riconosci da quel fremito che hanno di fronte al pressapochismo. Sono quelli che si arrabbiano quando le cose vengono fatte giusto per essere fatte. Sono quei “precisini” che devono controllare e ricontrollare tutto. Sono quelli che credono che le cose si possano fare meglio e che ogni gesto abbia un valore che va oltre il gesto stesso.

Vita dura per i Jonathan!

Circondati dalla banalizzazione, a stretto contatto con le generalizzazioni più grossolane, invitati costantemente a rassegnarsi e ad accontentarsi di quello che hanno già e uno stato di cose che non condividono.

Strana etichetta hanno dato ai Jonathan!

Ambiziosi“, li chiamano. E aggiungono a quella parola un tono dispregiativo. Come se fosse un reato il concetto di miglioramento. Come se fosse qualcosa di negativo. Come se fosse sbagliato aspirare al meglio.

Come sono belli i Jonathan!

Quando smettono di farsi trattenere a terra, quando decidono di affrontare la libertà con i sacrifici che comporta, quando scelgono di seguire il loro istinto.

Come sono fragili i Jonathan!

Quando si scontrano con i loro limiti, quando non sanno come affrontare la burrasca, quando si rendono conto che la loro scelta comporta delle conseguenze che non avevano previsto.

Come sono forti i Jonathan!

Quando capiscono che

“[…] Quei gabbiani che non hanno una mèta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque, e in un baleno.”

Ben venga la tua ambizione al miglioramento, caro Jonathan!

Il negativo è negli occhi di chi non la comprende.

Ed è solo per questo che la teme.

Tirala fuori la tua ambizione al miglioramento, caro Jonathan!

Non riuscirai a ricacciarla indietro ancora per molto. Troverà il modo di venir fuori. Tanto vale che sia adesso.

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